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House Of Ashes PS4

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La tracotanza dell'uomo, a volte, è foriera di sventure. Nel 2231 a.C, il sovrano Naram-sin ha portato l'impero di Akkad alla rovina: secondo le leggende, il saccheggio blasfemo del tempio dedicato al dio Enlil ha scatenato una maledizione sul popolo sumero, afflitto da carestie ed epidemie.

A quanto pare, questa piaga ha resistito alle intemperie del tempo. Millenni dopo, nel 2003, un manipolo di soldati, appartenenti alle forze speciali americane stanziate in Iraq, finisce per essere inghiottito nelle profondità del sottosuolo durante un conflitto a fuoco. Quello che i protagonisti fronteggeranno tra i labirinti di polvere e sabbia è un orrore ancora più aberrante della guerra: perduti tra caverne, cunicoli, sculture maestose e templi d'appariscente bellezza, i cinque soldati osserveranno con i propri occhi ciò che resta di una civiltà perduta, e battaglieranno per la propria vita contro le creature che, stando ai racconti del mito, potrebbero aver causato la caduta del regno di Akkad.

Persino più di quanto avveniva nei precedenti episodi, in House of Ashes le relazioni tra i personaggi sono il pilastro della narrazione: l'assunto di base si fonda sul concetto di fiducia reciproca, sulla volontà di supportarsi vicendevolmente, sulla necessità di sorreggersi l'un l'altro mettendo da parte disparità caratteriali, risentimenti personali e ostilità politiche, al fine di salvarsi la pelle come una squadra.

La presenza di un soldato iracheno, con cui i militari americani sono "costretti" a collaborare, è l'emblema di una comunione di ideali che va (o quantomeno, dovrebbe andare) oltre le barriere poste dalla propria bandiera d'appartenenza. Questo presupposto narrativo ha un importante valore anche ai fini ludici: dal momento che la The Dark Pictures Anthology fa leva sulla cooperazione tra gli utenti, grazie alle modalità multiplayer Serata al Cinema e Storia Condivisa, il legame di fiducia tra i protagonisti diventa - con uno slancio metavideoludico - quello degli utenti che partecipano all'avventura. Vivere l'esperienza in singolo, per quanto risulti comunque soddisfacente, fa perdere un bel po' del coinvolgimento emotivo che invece Supermassive vuole veicolare in House of Ashes: con più convinzione rispetto a Man of Medan e Little Hope (la recensione di Little Hope è a portata di click), qui la cooperazione tra i giocatori è incentivata proprio dall'andamento della vicenda. Non sempre, tuttavia, decidere di supportarsi incondizionatamente può portare a risvolti positivi: con un po' di furbizia, il team ha implementato scelte e azioni che conducono a esiti nefasti anche se sulle prime appaiono come quelle più giuste da selezionare. Chissà, magari un tradimento potrà salvare più di una vita...

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