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Syberia 3 PS4

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Sono trascorsi 13 anni da quando abbiamo lasciato Kate Walker nella mitica isola di Syberia, in attesa di un seguito che sembrava destinato a non arrivare mai. Il gioco era stato annunciato già nel 2009 e aveva fatto fremere d'impazienza i fan, che tra rinvii e timori di una totale cancellazione del progetto hanno dovuto attendere otto lunghissimi anni prima di poter metter e le mani su questo nuovo e attesissimo capitolo. Syberia 3 segna una decisa discontinuità rispetto ai suoi predecessori, portando la tipica anima enigmistica dell'avventura grafica in un ambiente 3D in tempo reale: una scelta che sarebbe stata certo innovativa, se il gioco avesse rispettato la data prevista di uscita (originariamente fissata per il 2010), ma che oggigiorno si scontra con un pubblico che ha già sperimentato sulla propria pelle l'evoluzione del genere adventure: basti pensare, ad esempio,, ai titoli di David Cage e alle avventure Telltale. Syberia 3 mantiene però la struttura narrativa e il game design tipici della serie, recuperando lo stile caratteristico delle opere di Benoit Sokal. Le musiche di Inon Zur attingono a piene mani dalla tradizione musicale russa, a cui si aggiungono inoltre ritmi e sonorità tribali che danno vita a una partitura sonora suggestiva, piena e importante, molto diversa dai sottofondi ambientali dei primi due episodi.

Riassunto delle puntate precedenti

Giovane e promettente avvocatessa newyorkese alle prese con la compravendita di una fabbrica di automi per conto di una grande azienda di giocattoli, Kate segue le tracce dell'eccentrico Hans Voralberg a bordo di un treno meccanico progettato dallo stesso Hans e guidato da un automa macchinista, Oscar.

È un viaggio avventuroso verso l'ignoto che porta Kate alla scoperta di un mondo molto diverso dalla sua vita metropolitana, fatta di cene d'affari, shopping sfrenato e salotti mondani; l'interesse per la figura di Hans Voralberg, da una parte un geniale inventore e dall'altra un eterno bambino ossessionato dai Mammuth, diventa via via sempre meno professionale, tramutandosi in una vera e propria fascinazione per un uomo così fuori dagli schemi. Viaggiando attraverso una Russia un tempo fastosa ma oramai decadente, Kate si scopre, forse per la prima volta, libera ed intraprendente: il contrasto con la sua vecchia vita è infatti piuttosto marcato, e il divario tra lei e i suoi cari cresce pertanto sempre più, fino a farsi quasi incolmabile. Una volta trovato Hans Voralberg, e quindi terminato l'incarico, Kate, che dovrebbe tornare a casa, decide invece di accompagnare Hans nel suo viaggio impossibile alla ricerca della leggendaria isola di Syberia, dove secondo le leggende del popolo Youkol si trovano gli ultimi Mammuth. Combattuta tra opposti sentimenti, tra scetticismo e tenera abnegazione, la protagonista deve fare i conti con la malattia di Hans, troppo vecchio e debole per sopportare le fatiche del viaggio, nonché essere testimone del sacrificio dell'automa Oscar, il cui corpo meccanico viene trasformato in un esoscheletro per sostenere l'anziano Voralberg nell'ultima parte dell'avventura. Grazie all'aiuto degli Youkol i due si imbarcano su un'Arca sacra e raggiungono l'isola di Syberia, dove Hans realizza finalmente il suo sogno di unirsi ai Mammuth, mentre Kate, rimasta sola, lo guarda allontanarsi.

In viaggio con gli Youkol

Ma cosa è successo a Kate dopo che Hans se n'è andato? Questo è un segreto che non conosceremo mai. La storia di Syberia 3 infatti, inizia quando un gruppo di Youkol trova la nostra avventuriera priva di sensi tra i rottami di una barchetta di legno, lasciando all'immaginazione del giocatore il compito di decidere come ci sia arrivata.Il gioco inizia quando Kate si risveglia in una strana clinica; nella sua stessa stanza è ricoverato Kurk, guida della tribù Youkol che ha salvato la ragazza, il quale si ritrova con una gamba amputata a seguito di un'esplosione.

Kurk ci racconta della Migrazione degli Struzzi Giganti che avviene ogni vent'anni, sotto la guida degli Youkol, che hanno addomesticato questi strani animali e li utilizzano come cavalcature; dalle sue parole capiamo subito che gli Youkol sono vittima di razzismo sia da parte della popolazione locale che delle istituzioni, le quali fanno di tutto per ostacolare la migrazione e convincerli a tornare nel loro territori. La giovane avvocatessa decide allora di seguire la tribù e di aiutarla a portare a termine il suo obiettivo. È l'inizio di un nuovo viaggio per Kate Walker, che la porterà ad addentrarsi tra le rovine di una Grande Russia ormai decaduta e piena di contraddizioni, incontrando lungo il cammino le tracce del passaggio del vecchio amico Hans Voralberg e delle sue fantastiche invenzioni.
Parallelamente alla componente avventurosa si svolge la vicenda umana della protagonista. Il primo episodio è un romanzo di formazione, che vede la metamorfosi da giovane avvocatessa remissiva, prigioniera di una vita lussuosa ma vuota, ad esploratrice in viaggio verso l'ignoto; nel secondo episodio, guidata da un affetto quasi mistico, Kate accompagna un uomo anziano verso la realizzazione del suo ultimo desiderio, rimanendo però sola al termine della propria missione, senza più uno scopo né un posto in cui tornare. La troviamo così in questo terzo episodio: una rinnegata in fuga da se stessa, ormai incapace di fare altro se non imbarcarsi nell'ennesima avventura, angelo custode della tribù che l'ha salvata. Al collo porta il cuore dell'automa Oscar, ricordo dell'unico legame affettivo che le è rimasto. Sotto la facciata spavalda, insomma, si nasconde una disperata fragilità che Kate cerca di negare ma che emergerà nel corso dell'esperienza. La dimensione personale si affianca a quella politica, che assume un ruolo preponderante nella vicenda: pur mantenendo i toni e la struttura del romanzo di avventura, Syberia 3 affronta quelli che sono i nodi cruciali dell'Europa contemporanea. Il razzismo individualista della popolazione della piccola cittadina russa non è in fondo diverso da quello delle periferie europee, dove il multiculturalismo mostra i suoi lati più problematici. Il rapporto tra l'uomo e la natura è forse il tema più forte ed evidente nella narrazione; inquinamento, riscaldamento globale, contaminazione nucleare, cementificazione selvaggia e colonialista: sono questi gli ostacoli che Kate e la tribù Youkol incontreranno sul proprio cammino e che dovranno superare a tutti i costi, trovando il modo di adattarsi alle circostanze senza tradire la fedeltà nei confronti della tradizione, senza perdere quindi la propria identità. Se è evidente che Sokal prende una posizione netta a favore della solidarietà, dell'ecologismo e dell'antirazzismo, allo stesso tempo non trova spazio l'idealizzazione delle usanze tribali degli Youkol: vi è anzi una critica verso la moda "new age" che vede nello sciamanesimo l'unica vera spiritualità. Proprio la rappresentazione della tribù è però uno dei principali punti deboli del gioco: buffi, infantili e affascinati dal carisma occidentale di Kate Walker, gli Youkol non riescono ad allontanarsi dallo stereotipo del "selvaggio buono". Fa eccezione Kurk, brillante e analitico, che mescola in sé sia il rispetto per la tradizione e l'identità tribale sia l'interesse verso il mondo e la cultura occidentale, modello ideale della "buona integrazione".

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